ARCHIVIO FERRARI

Dal 2015 Genus Bononiae -Musei nella Città- ha avviato il progetto di acquisizione, archiviazione, conservazione e valorizzazione in formato digitale del prezioso materiale fotografico del fotoreporter bolognese Paolo Ferrari.
L’archivio fotografico Paolo Ferrari conta un milione di negativi 35 mm in bianco e nero, circa 400 mila diapositive e negativi a colori e oltre 1 milione di immagini digitali.  Questo patrimonio di grande valore storico, artistico e culturale, comprende il lavoro di cinquant’anni di carriera – dall’inizio degli anni Settanta al 2008 circa – durante i quali sono stati raccontati gli eventi principali della città di Bologna e provincia, ma anche reportage realizzati su tutto il territorio nazionale e all’estero.
L’Archivio è strutturato da Paolo Ferrari principalmente nel Cronologico (dal 1972 al 2000 circa) e in quello dei Personaggi. Inoltre alcuni importanti servizi sono separati da questa metodologia di archiviazione, e vengono catalogati a parte, rispettando gli intenti dell’autore.
L’Archivio prima conservato presso lo studio FN di Paolo Ferrari in Via Marsala, ora trasferito nella sede museale di Palazzo Fava in Via Manzoni 2, sempre nel centro di Bologna.
Biografia Paolo Ferrari
Paolo Ferrari nasce a Bologna il 16 luglio 1934. Dopo un periodo di studio alla Columbia University di New York negli anni ’60 inizia a fotografare con una fotocamera 6x6 Rolleicord comperata a rate.
Quando si parla di fotogiornalismo a Bologna è impossibile prescindere dalla figura di Paolo Ferrari. Decano dei fotoreporter bolognesi in attività, dai primi anni ’70, con oltre tre decenni di scatti alle spalle ha documentato ininterrottamente con cura e passione i vari aspetti della vita quotidiana della città. In realtà la fama delle sue immagini supera i confini locali, e si inserisce in un contesto nazionale, in particolare sui temi della criminalità e dei reportage sul Jazz.
All’inizio degli anni ’70, costituisce la società «FN» con Luigi Nasalvi.  La passione per il jazz, condivisa con Nasalvi, lo porta ai complessi musicali, all’ambiente di Pupi Avati e al set delle scene cinematografiche, in un curioso cocktail tra “musica e cinema”.
Poi si avvicina alla carta stampata: «Qui Bologna», «Carlino Sera», «Il Resto del Carlino» sono i primi giornali ai quali collabora con le sue foto. Da allora l’occhio attento di Paolo Ferrari inquadra il mondo e ne fissa le emozioni e gli scatti quotidiani.
Ha esposto in numerose mostre tra cui a Palazzo Re Enzo nella mostra collettiva “Cronaca”, dedicata all’attività dei fotoreporter che lavoravano con le testate giornalistiche della città di Bologna; all’Ospedale Maggiore, insieme al collega Paolo Righi, nella mostra “I volti del soccorso”, che racconta il sacrificio dei pompieri e di Bologna Soccorso durante la strage della stazione del 1980.
Ha fotografato per «Il Resto del Carlino», il periodico «Famiglia Cristiana»; è stato corrispondente da Bologna dell’agenzia di stampa statunitense A.P. (Associated Press) e dell’Agenzia Italia, pubblicando su numerose testate nazionali e internazionali. Pubblica numerosi volumi di fotografia come autore unico e con altri autori, sui temi a lui più cari come la città, i musicisti, l’arte, la cronaca.
Il suo vastissimo lavoro, realizzato sempre con grande rigore tecnico e stilistico, rappresenta un patrimonio iconografico e documentale enorme.
Nel febbraio del 2021 Paolo ci ha lasciato, rimanendo presente con tutta la forza del suo lavoro.
Dal 2015 grazie alla donazione si è attivato il progetto di valorizzazione e conoscenza di questo patrimonio fotografico. Con circa due milioni di negativi e diapositive, e ai file digitali, la Fondazione Carisbo sostiene questo progetto.
Il completamento è previsto entro la primavera del 2024.
Il nuovo sito, in corso di sviluppo e integrazione, permette agli utenti la conoscenza di questo immenso patrimonio visivo della città di Bologna e della Nazione.